La rubrica di oggi racconta di una giovane di 26 anni, una ragazza determinata che ogni giorno è in sfida con se stessa alla ricerca di un equilibrio. Ognuno di noi vive una battaglia, quella di Noemi è quella contro “Mister D”
Parlami di te, che cosa fai nella vita….
Mi chiamo Noemi, ho 26 anni e vengo da Civitavecchia (RM). Lavoro da 10 mesi per conto di una azienda che opera nel settore dell’abbigliamento e nel dettaglio mi occupo di ordini e di acquisti, questo lavoro mi permette di stare tranquilla così da gestire al meglio ” Mister D” . Sono fidanzata con Roberto e da quattro mesi conviviamo, il nostro è stato un colpo di fulmine.
Quando e come hai scoperto di avere il diabete di tipo 1 ?
Sinceramente non ricordo questa fase della mia vita, perchè quando ho scoperto di avere il diabete di tipo 1 avevo solo 13 mesi. I miei genitori se ne sono resi conto da diversi segnali, ero sempre molto stanca, mi addormentavo spesso e facilmente , avevo bisogno sempre di bere e facevo tanta pipì. Il mio esordio è stato un pò travagliato perchè ero davvero moto piccola e quando mi hanno portato in ospedale la glicemia risultava 691 mg/dl.
Come ha reagito la tua famiglia?
Non è stato facile. All’inizio per loro è stata molto dura. Penso che per loro sia stata una grande sfida che hanno poi hanno superato alla grande. Mi hanno trasmesso una forza e una voglia di vivere inimmaginabile. Grazie a loro ho imparato che nella vita si può cadere e non è un fallimento, cadendo ci si rialza con più grinta e con più forza.
Pensi che il diabete ti abbia portato a una maggiore attenzione a un sano stile di vita ?
Il diabete si, mi ha influenzato molto nella mia dieta ma non per questo devo evitare all’assunzione di dolci come molti penseranno. Devo sempre trovare il giusto equilibrio per stare bene. Nel periodo dell’adolescenza, non è stato facile, perchè non accettavo la malattia, e credo che qualsiasi adolescente con diabete tipo 1 abbia passato questa fase.
Ai genitori con un figlio con diabete tipo 1, cosa consiglieresti ?
Da figlia, posso ritenermi molto fortunata perché i miei genitori non mi hanno mai privato la libertà, anzi, mi hanno lasciato rincorrere i miei sogni e le mie passioni , sempre con la raccomandazione di stare attenta alle glicemie… Il consiglio che sento di dare è quello di insegnare al proprio figlio con diabete tipo1 di non sentirsi diverso, e di fargli capire che nella vita può fare tutto l’importante starci attento.
Crescendo hai scoperto di avere la vitiligine, in che modo condiziona la tua vita ?
Non è stato per niente facile, nel 2019 in un periodo di forte stress, da quelle che all’inizio sembravano delle innocenti piccole macchioline sono diventate molto grandi. È stata dura, soprattutto d’estate, avevo il timore di essere giudicata, non mi sentivo a mio agio e ad ogni momento mi sentivo gli occhi puntati, con il tempo ho capito il perchè, ero la prima a sentirmi sbagliata. Ora che sono più grande posso dire di aver superato le mie paure e sto bene con me stessa. La vitiligine come il diabete mi hanno reso più forte.
Ti sei mai sentita “ diversa”, discriminata per la tua malattia?
A volte si mi è capitato, ho incontrato persone che pensavano la vitiligine fosse contagiosa che fossero dei funghi, all’inizio per me è stata difficile accettarla, avevo il timore che la gente si allontanasse da me. Purtroppo esiste l’ignoranza e per contrastarla bisogna diffondere e sensibilizzare.
Cosa speri in futuro ?
La mia più grande speranza è nella ricerca e nella cura definitiva così da sentirmi libera da questo peso che porto dentro da tantissimo tempo