Nel 2020 Alex Infascelli ha realizzato l’apprezzato documentario Mi chiamo Francesco Totti, presentato in anteprima alla Festa del cinema di Roma. La Rai, per approfittare a quanto pare del clamore suscitato dalla separazione con Ilary Blasi, anticipa la messa in onda prevista per l’autunno.
Il 19 ottobre 2020 è uscito al cinema il documentario di Alex Infascelli, Mi chiamo Francesco Totti, che ricostruiva la storia umana e professionale, dagli inizi fino al 2017, di un campione esemplare, quasi di altri tempi per la serietà e il suo esser rimasto fedele a se stesso e alla maglia. L’amatissimo Capitano era atteso quell’anno alla Festa del cinema di Roma per l’anteprima, ma purtroppo proprio in quei giorni venne a mancare il suo amato padre e Totti non poté presenziare al film sulla sua storia. La Rai aveva previsto la messa in onda di Mi chiamo Francesco Totti nel palinsesto autunnale, ma ha evidentemente deciso di sfruttare il clamore mediatico suscitato dalla notizia della separazione ufficiale tra il Pupone e la madre dei suoi figli Ilary Blasi, con tutto quel che ne consegue. Per questo ha anticipato la trasmissione del documentario, che vi consigliamo di vedere, a lunedì 25 luglio in prima serata su Rai 1.
Mi chiamo Francesco Totti
Alex Infascelli confessò all’epoca al campione di essere totalmente estraneo al mondo del calcio, il che lo rese l’uomo giusto, per lo sguardo obiettivo sul racconto, a dirigere il film tratto dal libro “Un capitano”, scritto da Totti con Paolo Condò. Mi chiamo Francesco Totti inizia proprio la sera che precede l’addio di Totti al calcio, il 28 maggio 2017, con l’ultima partita allo Stadio Olimpico dopo 25 anni di onorata carriera, e racconta i suoi inizi, dalla Lodigiani da giovanissimo, fino a diventare vice campione d’Europa e campione del mondo nel 2006. Si parla anche, ovviamente, della sua lunga storia con Ilary Blasi, oggi finita come succede ad altre coppie meno celebri. Qua sotto trovate il trailer del film, che vale davvero la pena di essere visto, che siate o meno interessati al calcio e a quello che gli ruota intorno, visto che parliamo di un docufilm che nel 2021 ha vinto David di Donatello e Nastro d’Argento.